Oasi d’arte e cultura incastonata nella Pianura Padana vicino al Po.
San Benedetto Po, col millenario monastero e il paesaggio contadino, alterna i rumori della vita produttiva con i silenzi della campagna, col paesaggio costellato di oratori, ville abbaziali, pievi e corti agricole, dove la preziosa opera di bonifica dei monaci è ancora visibile.
La storia del borgo si fonde a quella del monastero benedettino di Polirone, fondato nel 1007 dai Da Canossa: qui si trova la tomba di Matilde di Canossa in un sarcofago in alabastro.
Il nome, originale, deriva dai fiumi Po e Lirone che circondavano un tempo il luogo. L’abbazia fu un attivo centro intellettuale che promosse studi teologici e la cultura artistica: ospitò personalità illustri quali Martin Lutero, Paolo III, Vasari, Torquato Tasso e Palladio e qui lavorarono Correggio e Giulio Romano.
Si entra nel borgo dall’antico ingresso del monastero e si è nella maestosa piazza, rimasta intatta dal medioevo.
La basilica ci accoglie con la sua imponenza e la meravigliosa architettura che disegnò il genio di Giulio Romano, riedificando – senza demolirle – le vecchie strutture romaniche e gotiche e facendo convivere i diversi stili architettonici. Negli ambienti monastici convivono storia, arte e vita: nel chiostro dei Secolari, ad esempio, venivano accolti pellegrini e forestieri, mentre nel chiostro di San Simeone in stile tardogotico, si trovava il giardino con le erbe medicinali.
Tutto si sviluppò tra l’ira e lo sbeffeggio dei contadini, obbligati a contribuire al sostentamento; del resto è grazie alla laboriosità dei monaci che hanno bonificato il territorio se qui si è creata l’agricoltura più florida d’Italia.
Usciti dal monastero, si sente subito la vicinanza del Po, che scorre lento e possente. Il parco delle golene, le idrovore, gli argini, le file di pioppi, le chiesette… In questa periferia padana si trovano paesaggi splendidi!